Tra le tante ingiustizie che lo stato impone al popolo, c'è quella di far ridurre un'uomo,padre di famiglia a cercare lavoro anche a 60 anni.
Ciò e a dir poco assurdo, e si allaccia al discorso delle troppe tasse per i datori di lavoro.
Purtroppo il lavoro in nero è un problema molto diffuso: l'ottanta per cento dei lavoratori, lavora in nero, cioè sensa che il suo datore di lavoro versi contributi per lui allo stato.
Lavorare in nero, è come non lavorare; dopo anni di stenti e sacrifici sul lavoro, quando si raggiunge l'età penzionabile, nelle mani non si ha niente, un pugno di fumo fatto solo di ingiustizia.
Ed è a questo punto, che un'uomo di 60 anni,si trova a continuare inesorabilmernte a cercare lavoro.
Tutti i suoi preziosi anni,dedicati a quel lavoro che gli permetteva di mantere se e i suoi cari; negli anni, non gli ha portato null'altro se non il senso di rabbia e ingiustizia nel ritrovarsi a cercare lavoro,all'età in cui doveva essere in penzione a godersi la vecchiaia.
Ciò e a dir poco insostenibile!.
Vorrei vedere questi politici a 60 anni a lavovare sopra un ponte ( nel caso dell'edilizia o carpenteria ), o a caricarsi pesi e stress ( nel caso degli operai );parlo di queste fasce di lavoratori,pèrchè sono i tipi di lavori più pesanti, ma l'ingiustizia vale per qualsiasi tipo di lavoro.
Finchè i problemi non toccano le loro spalle è tutto perfetto,tutto normale, ma in realtà,non lo è per niente.
Dettare assurde leggi è facile, sarebbe cosa assai buona però se queste leggi avrebbero un senso concreto.
Ogni età ha il suo percorso; da bambini si gioca spenzierati, da adolescenti si provano le prime emozioni d'amore, da adulti ci si forma una famiglia e da anziani, si gode la famiglia, riposandosi dopo una vita di sacrifici fatti.
Invece di imporre, lo stato dovrebbe per un'attimo mettersi una mano sulla coscenza,trovando così una soluzione a questo enorme problema, che ad oggi forse neanche veniva preso in considerazione.
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